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Alitalia, l'ad di Poste Italiane

Ultimo Aggiornamento: 12/10/2013 09:04
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12/10/2013 09:02
 
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Alitalia, l'ad di Poste Italiane:
"Investimento non sarà fatto
con i risparmi dei cittadini"
Aumento di capitale: 300 mln


Bruxelles, 11 ottobre 2013 - Il Cda di Alitalia ha definitivamente approvato “all’unanimità la manovra finanziaria per complessivi 500 milioni di euro”. E’ quanto si legge in una nota diffusa al termine della riunione. La manovra prevede un aumento di capitale da 300 milioni di euro “da offrirsi in opzione ai soci” e 200 milioni “di nuove linee di credito da parte del sistema bancario e la conferma delle linee esistenti”. Air France-Klm ha confermato la manovra, ma non ha ancora deciso se parteciperà o meno all’aumento di capitale di Alitalia, sebbene i suoi rappresentanti nel cda del vettore abbiano approvato il piano durante la riunione di oggi. Si deciderà lunedì. Lo chiarisce un portavoce della compagnia franco-olandese. “La decisione dei membri del cda in quota Air France-Klm di sostenere il piano di emergenza non presuppone in alcun modo una nostra decisione sulla sottoscrizione o meno dell’aumento di capitale”, ha dichiarato il portavoce. Intesa Sanpaolo e Unicredit “garantiscono la sottoscrizione di massimo 100 milioni di euro dell’eventuale ulteriore inoptato” nell’operazione di aumento di capitale di Alitalia.


L'AD DI POSTE, MASSIMO SARMI - Per l’investimento di Poste in Alitalia non può "essere utilizzata alcuna risorsa proveniente né da conti correnti postali né da Buoni e Libretti Postali". Lo assicura Massimo Sarmi all’Ansa."Le risorse finanziarie per l’investimento Alitalia saranno reperite esclusivamente dalla liquidità disponibile di Poste Italiane Spa, cioè dai ricavi delle attività industriali e di servizio del Gruppo, servizi postali, telefonia, servizi digitali", spiega. Infatti - prosegue ancora Sarmi - "i risparmi raccolti presso la clientela di pertinenza del Bancoposta, il cui patrimonio è giuridicamente separato da quello di Poste Italiane SpA fin dal 2011, non rientrano nelle disponibilità del Bancoposta".

PMI più ottimiste, ma ancora pochi investimenti e assicurazioni
IL MINISTRO LUPI - "Noi come governo in questa settimana abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo verificato che si potesse salvare un asset strategico per lo Stato, che i privati facessero la loro parte nel risanamento e rifinanziamento dell’azienda e che si presentasse un fortissimo piano industriale all’insegna della discontinuità, perché era evidente che la situazione dell’impresa era in condizioni disastrose. Poste Italiane certamente può essere non un aiuto da parte del pubblico, ma piuttosto l’individuazione di un’azienda sana che possa fare da partner industriale in un settore che e’ sempre di piu’ complementare". Lo dice il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, a 'Prima di tutto' su Radiouno, sul soccorso ad Alitalia.
ENI - "Apprendiamo con soddisfazione che il Cda di Alitalia ha approvato un piano finanziario che permetterà la continuità aziendale. Alitalia torna a essere per noi un importante cliente". Lo ha dichiarato all’Agi l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.
SQUINZI - "Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi della mano pubblica in una società privata". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine di un evento della Uil. "Certo - ha aggiunto Squinzi - se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza passi, ma bisognerà una volta per tutte fare una riflessione seria per avere un piano di medio-lungo termine. Forse l’Italia è diventato un Paese troppo piccolo per permettersi una grande compagnia di bandiera e bisognerà fare qualche riflessione forte da questo punto di vista".
L'ANALISI DI PASSERA - Su Alitalia si è "venuto a creare un problema finanziario. Questo aumento di capitale potrebbe risolverlo e mettere in condizione l’azienda di arrivare in fondo al piano di risanamento e porsi in maniera più forte". Cosi l’ex ministro del Sviluppo economico, Corrado Passera, a margine di una iniziativa di Uiltec. A proposito del ritorno dello Stato nella compagnia privatizzata anche col suo contributo, nella veste di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Passera osserva che "non erano prevedibili cinque anni di recessione così forte che hanno troncato fortemente i ricavi". Rispetto a Cai l’ex ministro sottolinea che "l’impegno dei soci privati, che comunque in questi anni hanno messo 1,2-1,3 miliardi e adesso aggiungono altri 200 milioni, è servito per superare la situazione difficilissima di fallimento della vecchia Alitalia".
L'UE - La Commissione europea esaminerà l’intervento delle Poste in Alitalia "se riceveremo una notifica". Come ha detto il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia, Antoine Colombani "in linea di principio Alitalia può ricevere aiuti a condizione che le regole sugli aiuti per il salvataggio e per la ristrutturazione delle imprese siano rispettati".
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12/10/2013 09:04
 
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Allo stesso tempo però:
Utili record e quasi duemila licenziamenti. L’annuncio choc di Poste italiane
La riorganizzazione quest'anno colpirà Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Marche e Basilicata. Dal 2013 tutte le altre regioni. I sindacati pronti allo sciopero


Alla fine si tratta di un oscuro coefficiente che tiene conto della distanza tra l’ufficio postale e la zona di recapito, dei numeri civici, di quante famiglie e negozi ci sono in zona e del tragitto totale per attraversarla tutta da una parte all’altra. Sopratutto nel coefficiente c’è anche il volume della corrispondenza, che è calato negli ultimi anni perché le comunicazioni iniziano a spostarsi su internet, per la concorrenza e in parte per effetto della crisi.

In base a quel coefficiente Poste Italiane ha deciso di razionalizzare, e ora tutte le zone di recapito, urbano o non urbane, avranno la stessa grandezza. Una scelta industriale che forse renderà più uniforme la distribuzione dei postini, ma che secondo i sindacati porterà al licenziamento di 1765 persone. Per ora interessate dalla ristrutturazione aziendale sono solo 5 regioni: Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Basilicata. Dal 2013 in poi la razionalizzazione delle zone di recapito dovrebbe investire tutta Italia e portare, questi i calcoli della Cgil, a 12mila esuberi.

Ad essere più colpita la Toscana, che perderà 600 tra postini e personale del Cmp, il Centro di meccanizzazione postale di Pisa che vedrà ridotto il proprio organico di 130 unità. Dopo la Toscana c’è il Piemonte, con 547 tagli e poi l’Emilia Romagna, che secondo i sindacati perderà invece 466 posti di lavoro tra portalettere, capisquadra e addetti alla lavorazione interna della corrispondenza. I restanti 150 tagli sarebbero distribuiti tra Marche e Basilicata.

In Emilia Romagna Valerio Grillini, segretario regionale dei postelegrafonici (Slp) della Cisl si è fatto i conti e ha suddiviso gli esuberi per provincia. Questo il risultato: la più colpita in Emilia sarà Bologna, con 137 licenziamenti. Subito dopo Modena (-87), Parma (-53) e Reggio Emilia (-41). Ravenna perderà invece 33 postini, Piacenza 31, 29 Rimini e la provincia di Forlì-Cesena 21. “Tutto questo – racconta Grillini – dopo che la recente riorganizzazione aveva già limitato ogni singolo recapito a 5 giorni alla settimana e ridotto il personale di 300 addetti”.“Salteranno posti di lavoro a tempo indeterminato. L’azienda ha deciso una ristrutturazione profonda del lavoro, non è questione di picchi o di lavoro stagionale”, spiega Loris Sermasi, funzionario bolognese dalla Slc-Cgil.

“Il piano di ristrutturazione aziendale è stato presentato da Poste italiene il 17 aprile, il giorno dopo sono stati annunciati 846 milioni di euro di utili sul bilancio 2011. La situazione è inaccettabile – tuona il segretario modenese della Slp-Cisl Antonio Buongiovanni – qui abbiamo un’azienda che fa ricavi e macina utili sulle spalle dei lavoratori”. Solo pochi giorni fa Poste italiane ha giudicato “estremamente positivi” i risultati del 2011 annunciando, oltre agli 846 milioni di utile, un risultato operativo di 1 miliardo e 641 milioni di euro. Numeri questi, spiega una nota di Poste Italiane, che collocano la compagnia “di gran lunga al primo posto al mondo per redditività nel confronto con i principali operatori internazionali”.

Nei prossimi giorni i sindacati annunceranno le mobilitazioni che metteranno in campo per protestare contro il nuovo piano aziendale di Poste italiane. Entro giugno nei palazzi della Regione Emilia Romagna dovrebbe anche esserci un incontro con le istituzioni.
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