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Via l'embargo da Cuba, chiede la Cdc americana

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2014 08:59
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07/06/2014 08:59
 
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Nonostante le recenti riforme economiche, Cuba rimane una dittatura. Ma il controllo della popolazione diventa sempre più problematico per il regime di Castro, a causa dell'invasione di dollari americani provenienti anche dai cubani che lavorano all'estero: le rimesse sono balzate dal miliardo di dollari del 2008 ai 3 mld di dollari (2,2 mld euro) dello scorso anno.



E negli Stati Uniti gli imprenditori alzano la voce, chiedendo alla Casa Bianca di eliminare, o quantomeno alleggerire, l'embargo che colpisce l'isola.

Il presidente della Camera di commercio Usa, Thomas J. Donohue, ha dichiarato che è arrivato il momento di aprire un nuovo capitolo nelle relazioni fra l'America e Cuba. L'organismo rappresenta più di 3 milioni di imprese a stelle e strisce, che vedrebbero di buon occhio l'apertura di altre vie per l'import e l'export di beni e servizi. Se questo provvedimento non vedrà la luce in tempi brevi, è invece molto probabile che si arrivi in novembre all'eliminazione del divieto agli americani di viaggiare sull'isola. Obama ha già reso più flessibile la legislazione per gli studenti universitari e i religiosi.

Quella della Cdc non è una posizione isolata. Uno studio dell'istituto Atlantic Council ha evidenziato che il 56% degli americani desidera che i rapporti con Cuba diventino normali. Del resto, l'anno scorso quasi 100 mila cittadini statunitensi hanno visitato l'isola. A questi va aggiunto mezzo milione di cubano-americani, che non sono turisti come gli altri e che investono in aziende locali.

Proprio questi flussi di denaro, uniti a quelli derivanti dalle rimesse, preoccupano il regime castrista, che teme di perdere il controllo del paese. Pubblicità e marketing erano concetti sconosciuti sull'isola, come del resto l'idea di democrazia. Essa è ormai nel pensiero di molti uomini d'affari indipendenti. A Washington, d'altro canto, non se ne stanno con le mani in mano e cercano di approfittare di qualunque spiraglio per aprire crepe più o meno profonde nel sistema politico di Cuba. Anche per questo Raul Castro ha varato la riforma economica, che promette un'apertura parziale al mercato e la possibilità per molti cittadini di diventare imprenditori.

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