CUBA SENZA TURISTI

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CUBA SENZA TURISTI

La scorsa settimana nell'attivissimo gruppo whatsapp del blog un amico italiano che lavora a Cuba, precisamente a La Habana, diceva come al di la dei disagi professionali visto che e' tutto fermo, la capitale e di conseguenza Cuba senza turisti siano bellissime. Ovviamente da turista reiterato la cosa non mi fa piacere anche se pensandoci bene c'e' sicuramente un fondo di verita'. Un caro amico che ha una attivita' commerciale a Venezia mi ha detto che, al di la' dei grossissimi problemi economici che il lockdown ha portato, la sua citta' in quel periodo senza i turisti era uno spettacolo. Cuba, come Venezia, senza turisti e' una contraddizione nei termini perche' l'isola vive di turismo, anche se abbiamo scoperto che entrano piu' soldi dalle varie collaborazioni mediche che dal turismo stesso. E' indubbio che se il turismo da un lato ha portato sicuramente, sopratutto per alcune categorie sociali, una ventata di benessere, ha in parte falsato alcuni rapporti sociali fra i cubani. Ho visto in questi 20 anni scene legate alla presenza del turismo da fare accapponare la pelle; ho assistito a padri che portavano le figliolette poco piu' che adolescenti fin sulla porta della camera dello straniero, ho visto donne mettersi le mani addosso ognuna convinta che la commissione, per aver indicato la casa de renta a tal fulano straniero, toccasse a lei. Ho visto per pochi cuc rompersi amicizie decennali, saltare matrimoni, gente menarsi come se non ci fosse un domani, ho visto donne buttate fuori di casa, abuelas mandate a dormire altrove per liberare la camera in vista di una visita gradita, cubani che per 5 cuc la mettevano in quel posto all'amico di sempre, quello che chiamavano ad ogni pie' sospinto “Hermano”. Il denaro cambia i rapporti personali, questo non avviene solo a Cuba ma in un paese comunque povero il fatto che il turista disponga di una certa liquidita' lo fa diventare il centro dell'universo di chiunque si senta in dovere di approfittarne. Faccio decisamente fatica ad immaginare La Habana senza i turisti, calle Obispo deserta, il Capitolio, Plaza de la Revolución senza le vecchie coloratissime auto americane scoperte che scorrazzano in giro bionde ossigenate e sovrappeso. Vivo abitualmente al Vedado, altro luogo dove gira un certo tipo di turismo, diciamo quello che magari ha qualche dollaro od euro da spendere in piu', anche in questo caso fatico a pensare a quel barrio senza turisti. La mia Las Tunas senza i forzati dell'Inps piazzati sulle panchine del parque 10 ore al giorno, il ristorante dove si mangia con 40 pesos e che di conseguenza e' invaso da un certo tipo di turisti vuoto, il Cadillac senza la colonia tedesca che occupa buona parte dei tavolini e che, a differenza dei braccini nostrani, sono bene accetti perche' consumano tanke di cerveza e non il classico caffe' ogni 4 ore. Le dicoteche chiuse, i paladar che, mi immagino, non faranno affari d'oro perche' e' vero che ci sono cubani che hanno buone opportunita' economiche ma sono i turisti che riempiono quasi sempre i locali. Cuba senza i turisti e' un po' come la Cuba di una volta. Parlo della meta' degli anni 70' quando per entrarci ci dovevi andare con i viaggi organizzati dall'Unita' o dal PCI, in gruppo, con scalo a Mosca e con tanto di guida che non ti mollava un minuto. Magari chi col turismo non ha mai avuto a che fare direttamente (un buon 90% della popolazione) e' addirittura contento del fatto che noi siamo spariti, poi pero' le code draconiane in ogni tiendas gli ricordano che certi prodotti Cuba li puo' acquistare anche grazie al fatto che ogni anno e' visitata da oltre 4 milioni di turisti che portano valuta pesante al paese. Credo che gli italiani residenti che in questi mesi sono rimasti a Cuba se la stiano godendo alla grande, malgrado i disagi di chi sull'isola deve anche lavorarci sopratutto in ambito turistico. Hanno Cuba tutta per loro, pur con i problemi che conosciamo, ogni tanto mi ritrovo ad invidiarli, sopratutto ora che da noi la bella stagione e' finita e l'autunno bussa prepotente.

Torneremo...prima o poi.

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