di Lara B. Vargas. Scritto il 16 gennaio 2014 alle 6:00.
A Cuba cresce la libertà di movimento, ma restano ostacoli come il prezzo dei biglietti aerei o l’ottenimento dei visti, a un anno dall’entrata in vigore dell’attesa riforma migratoria. Secondo le ultime cifre ufficiali, fra gennaio e novembre del 2013 almeno 185.000 cubani sono usciti dall’isola, molti per la prima volta e alcuni per più di una volta: i viaggi sono stati complessivamente 260.000. Gli Stati Uniti, dove risiedono la maggior parte degli emigrati, sono stati come prevedibile la principale destinazione dei viaggiatori, il 36%, seguiti da Messico, Spagna, Panamá, Ecuador, Italia e Russia.cubaemigrazione
La riforma migratoria è stata apprezzata anche dalla Casa Bianca, che da oltre mezzo secolo mantiene un rapporto conflittuale con L’Avana e non ritiene ancora giunto il tempo di sollevare l’embargo, come richiesto da decenni ogni anno quasi all’unanimità dall’Assemblea generale dell’Onu. In visita di recente nella capitale, l’assistente segretario aggiunto del Dipartimento di Stato americano, Alex Lee, ha parlato di “un passo molto significativo” più che “benvenuto” che ha avuto anche un effetto moltiplicatore sul numero dei visti statunitensi concessi ai cubani, 32.000 nell’ultimo anno fiscale, ovvero il doppio di quello precedente.
Ma fare le valigie e prendere un aereo resta ancora complicato per i cubani che come salario medio percepiscono mensilmente appena 20 dollari a fronte degli almeno 400 richiesti per un biglietto andata e ritorno a Miami, in Florida, o gli oltre 1000 per un volo oltreoceano. E, se prima della riforma la fatica era guadagnarsi il “permesso di uscita” dal governo, infine abolito, ora è quella di ottenere i visti nei paesi di destinazione.
atlasweb.it/2014/01/16/cuba-liberi-di-viaggiare-ma-a-caro-prezzo-...